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...E POI NON SONO
MIGLIORATO
Dovevo andare in Francia tramite l'università per fare un corso di francese durante il mese di agosto. Ero in "zona Cesarini", stava cioè per scadere il termine per fare i documenti necessari presso l'istituto per il diritto allo studio. La partenza era a rischio. La mattina che decisi di muovermi mi svegliai tardi. Presi il tram per andare all'università. Il mezzo si muoveva con la solita flemma dei tram romani, fregandosene nel modo più assoluto della mia urgenza. La gente entrava e usciva spintonando e schiacciando senza pietà. Era luglio. Il sole faceva il suo lavoro con un certo impegno e, con l'immensa popolazione che era riuscita ad entrare, non si sa come, in quei pochi metri quadrati del mezzo pubblico (era proprio il caso di chiamarlo "mezzo"), contribuiva a rendere insopportabile qualsiasi contatto fisico. Nonostante la confusione, mi ostinavo a rimanere assorto nei miei pensieri e la scarsa attenzione che riservavo a quanto mi succedeva intorno bastava a stento a rendere minimo, per quanto possibile, il contatto con gli altri; così, tra gli altri, cercavo di evitare anche un contatto molliccio e sudaticcio sul gomito che mi infastidiva. Mi scostavo, per quanto potevo, e subito il contatto si riproponeva. Ad un certo punto mi voltai per vedere chi era lo scocciatore che non riusciva a trovare un posto migliore e ... ecco il classico colpo al cuore! Ma come! Una ragazza! e carina per giunta! Biondina, ben fatta. Aveva il mio gomito proprio su una tetta. "Possibile?" Il cuore mi esplodeva nelle orecchie. "No, non può essere"; mi scostai di nuovo ed ecco che la sisa si rifece avanti. "Ma allora può essere!" Provai. Spinsi un pochino: niente, non si mosse. Spinsi un altro po' e lei sembrava quasi rispondere alla spinta. Restai così qualche secondo, giusto il tempo per togliere di mezzo il "quasi" e per rendermi conto che quella cosa straordinaria mi stava effettivamente capitando. Svanita ogni incertezza, cominciò un gioco di spinte e strusciamenti così eccitante che ero diventato sordo e cieco a tutto quello che mi stava succedendo intorno. Tutti i miei sensi, le mie energie e la mia attenzione erano concentrate su quel gomito e sul fianco che era in contatto con quella ragazza. Inutile dire che all'"operazione" stavano brillantemente partecipando anche le mie "zone meridionali" con manovre di pressione che trovavano un certo "appoggio" nelle omologhe della fanciulla. Purtroppo si avvicinava la mia fermata e cominciavo a farmi il problema di come uscire da quella situazione senza perdere il contatto (presente ma soprattutto futuro) con quella maga Circe. Sorpresa! il caso aveva deciso di risolvere la questione: scendeva anche lei. Scesi dal tram e, come se un seccatore mi avesse svegliato da un sogno straordinario, mi tornò in mente il motivo per cui ero arrivato fin lì. Chiesi alla tettazza (pardon, alla ragazza) qualcosa mentre stava salendo su un autobus e, resomi conto che seguirla mi avrebbe allontanato troppo dalla mia destinazione, la salutai e andai, come se niente fosse successo, all'istituto per il diritto allo studio per fare i documenti che mi servivano. Successivamente ebbi anche occasione di incontrare la ragazza più volte. La prima volta ricordo che mi liquidò (in tutti i sensi) con un sorriso, le altre volte non mi degnò della minima attenzione. |